Il fondo moderno e il fondo antico
Libri e opere
Ex Libris di Luigi Firpo.
Il proverbio piemontese
Chi l’a pi ‘d fil farà pi ‘d teila
è utilizzato come motto
La biblioteca della Fondazione Firpo è divisa in due sezioni:
il fondo moderno, di proprietà della Fondazione e a essa pervenuto a titolo di donazione, da parte della Famiglia Firpo in sede di costituzione e annualmente implementato.
Il fondo antico, depositato presso la Fondazione da parte del Ministero dei Beni Culturali come da DM 17.9.1992, sulla base dell’apposita Convenzione e, ai sensi di quest’ultima, sotto la tutela della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino.
Per valutare l’importanza dell’unicum di questa biblioteca, riconosciuta di “eccezionale interesse” da parte del Ministero dei Beni Culturali, della Fondazione occorre ricordare che essa costituisce un patrimonio davvero unico per una città e una regione non particolarmente ricche di fondi librari cinque e secenteschi, che ne rappresentano invece il nucleo centrale.
Il fondo antico comprende circa 6.000 volumi, spesso molto rari e preziosi (vale la pena di ricordare incunaboli come l’edizione dello Specchio di Croce di Domenico Cavalca del 1484, l’Ars brevis di Raimondo Lullo del 1489 oppure la prima edizione del Leviathan di Thomas Hobbes del 1651), la cui rilevanza culturale e scientifica è ulteriormente accentuata dall’omogeneità tematica. Si tratta infatti di una raccolta unica nel suo genere per conoscere e studiare il pensiero politico, non solo italiano, dal Rinascimento all’Illuminismo, nella quale si rispecchia l’ampia gamma degli interessi intellettuali e degli studi storici di Firpo. Spiccano, in particolare, le numerose prime edizioni dei classici del pensiero politico tra Cinque e Settecento, da Niccolò Machiavelli a Giovanni Botero, da Jean Bodin a Paolo Sarpi, da Traiano Boccalini a Tommaso Campanella, da Giusto Lipsio a Ugo Grozio, da Montesquieu a Mably, da Antonio Genovesi a Paolo Mattia Doria, da Pietro Verri a Francesco Mario Pagano. Di pari valore scientifico risulta anche la collezione di successive edizioni e traduzioni delle stesse opere, grazie alle quali lo studioso può seguire con immediatezza non solo l’evoluzione dei singoli testi, vale a dire le aggiunte e correzioni dell’autore o gli eventuali interventi censori, ma anche la loro fortuna e ricezione in molteplici ambiti culturali: operazioni, queste, che usualmente sono frutto della paziente ricerca e collazione di esemplari conservati in sedi dislocate in diverse città italiane e straniere. Ciò vale anche per numerosi autori meno noti, le cui opere sono spesso presenti in tutte le rarissime ristampe, specie se accresciute o emendate (tra i molti che sarebbe possibile segnalare, basti portare l’esempio del commento di Apollinare Calderini alla Ragion di Stato boteriana, del quale sono state pubblicate tre edizioni, rispettivamente nel 1597, 1609 e 1615, tutte puntualmente presenti nella biblioteca della Fondazione). Il grande valore di questo patrimonio librario è ulteriormente accresciuto dalle molteplici edizioni di scritti noti e meno noti, di autori minori e minimi, di opuscoli, pamphlets, epistolari, spesso conservate nelle legature originali e impreziosite da note marginali e di possesso, il cui insieme è in grado di ricomporre le fila aggrovigliate di una cultura molto articolata e complessa, consentendo agli studiosi di percorrere itinerari di ricerca per larga parte ancora inesplorati. Basti ricordare – per fare qualche esempio – la folta trattatistica italiana sulla ragion di Stato, documentata con straordinaria completezza, o la ricchissima collezione di edizioni settecentesche del Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria, o ancora la collezione di Indici dei libri proibiti (35 edizioni tra il 1615 e il 1948). A tali fondi si affianca anche un significativo manipolo di manoscritti, tra i quali spiccano alcuni testi di Tommaso Campanella scoperti da Firpo.
Oltre ai libri strettamente inerenti alla storia del pensiero politico la biblioteca accoglie anche numerose edizioni cinque-seicentesche di opere storiografiche (da Guicciardini a Gualdo Priorato, da Giovio a De Thou, da Ammirato a Davila, da Nardi a Bentivoglio, da Strada a Bisaccioni), di scritti filosofici (da Piccolomini a Telesio, da Ficino a Cremonini, da Nifo a Patrizi), di testi religiosi (da Contarini a Bellarmino, da Savonarola a Catarino Politi, da Pole a Possevino), magico-scientifici (da Fracastoro a Della Porta, da Cardano a Bacone), letterari (da Doni a Guarini, da Caro a Della Valle, da Bembo a Tassoni, dall’edizione espurgata del Decamerone a Tasso).
Ai libri più antichi, che rappresentano il nucleo della biblioteca, si aggiungono migliaia di volumi dell’Ottocento (ad esempio la prima edizione di opere di Giuseppe Ferrari) e del Novecento: saggi, monografie, opuscoli, che a quel nucleo si collegano con organica funzionalità, offrendo agli studiosi l’indispensabile corredo di saggi critici e monografie su problemi, libri, personaggi, idee di grande rilievo per la storia culturale e civile dell’età moderna e contemporanea.
È compito della Fondazione, oltre che custodire il fondo antico, completare e mantenere aggiornata anche questa sezione, indispensabile per la vitalità scientifica dell’istituzione. Sin dall’inizio si è quindi provveduto ad acquistare sistematicamente libri nuovi, inerenti alle tematiche della Fondazione. Nel loro complesso le acquisizioni successive al 1990 costituiscono ormai uno dei più notevoli fondi italiani di testi sul pensiero politico e sulla storia generale della prima età moderna, e offrono allo studioso una vastissima panoramica della più recente letteratura internazionale nei settori prescelti.
Particolarmente rilevante è poi la cospicua dotazione di strumenti di consultazione: fonti, repertori, biografie, bibliografie specialistiche (talora molto rare), opere di erudizione su città e regioni, ordini religiosi, generi letterari, tipografi e stampatori, che forniscono agli studiosi gli indispensabili attrezzi della ricerca e consentono loro di utilizzare al meglio il patrimonio librario della biblioteca.
Per offrire agli studiosi e a un più vasto pubblico la possibilità di conoscere e apprezzare il nucleo storico della biblioteca si è deciso di pubblicare il catalogo a stampa del fondo antico, curato secondo i più aggiornati criteri bibliografici dal Direttore della Biblioteca, Cristina Stango e da Andrea De Pasquale. Nel 2005 è uscito il primo volume (lettere A-C), nel 2007 il secondo (D- L), nel 2010 il terzo (M-Q) e nel 2013 il IV (R-S). Seguiranno il V e ultimo volume, e quello degli Indici.
Un’ulteriore possibilità di conoscenza del fondo antico è costituita dalla Digital Library, in via di implementazione ma già accessibile da questo sito che permette di sfogliare gran parte del patrimonio antico presente in biblioteca.
Catalogo in linea
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