Luigi Firpo
Luigi Firpo nacque e visse a Torino. A Torino compì gli studi classici al liceo Massimo d’Azeglio e si laureò in giurisprudenza nel 1937, sotto la guida di Gioele Solari, discutendo una tesi sul pensiero di Tommaso Campanella. Al filosofo calabrese dedicò il contributo scientifico da lui pubblicato nel 1939, primo di una lunga serie destinata a dipanarsi per tutto il corso della sua vita attraverso un instancabile impegno di ricerca documentaria, di paziente scavo archivistico e bibliografico, di ricostruzione filologica dei testi, di sintesi interpretativa.
Sin dai primi studi campanelliani, i suoi interessi si concentrarono in primo luogo sulla storia della cultura e del pensiero politico tra Rinascimento e Controriforma, da Machiavelli a Botero, da Guicciardini a Bruno, da Leonardo da Vinci a Boccalini, da Savonarola a Pucci, da Erasmo a Galileo, da Lutero ad Agostini, da Moro a Francken, senza trascurare l’età illuministica di Beccaria e Pagano, e poi Marx, Croce, Nitti, Einaudi, quest’ultimo da lui stesso definito il suo «maestro ideale». Al centro di tali ricerche, testimoniate da centinaia di contributi scientifici, articoli, saggi critici, libri, edizioni (gli scritti di Luigi Firpo sono elencati in Bibliografia degli scritti di Luigi Firpo, 1931-1989, a cura di E. Baldini e F. Barcia, in Studi politici in onore di Luigi Firpo, a cura di S. Rota Ghibaudi e F. Barcia, Milano, FrancoAngeli, 1990, vol. IV, pp. 564-789). Tutti insieme, gli garantirono una precoce fama in tutto il mondo: in essi si pose il nesso tra etica e politica, indagato da un lato nell’anticonformismo eterodosso di esuli ed eretici, nella tensione progettuale degli utopisti, nell’energia dei riformatori e, dall’altro, nel realismo della tradizione machiavelliana, nella ragion di Stato, nel tacitismo.
Professore di Storia delle dottrine politiche dal 1946 al 1985 a Torino, insegnò fino al 1969 a Giurisprudenza, per trasferirsi poi definitivamente nella nuova Facoltà di Scienze Politiche. La sua infaticabile operosità di studioso, volta anche a definire fondamenti e metodi della disciplina, lo portò a progettare e dirigere iniziative di grande respiro, come i «Classici del pensiero politico» e la Storia delle idee, politiche, economiche e sociali in otto volumi della Utet (Torino), gli «Utopisti» di Guida (Napoli), il «Corpus Reformatorum Italicorum» di Sansoni (Firenze), oltre alle edizioni nazionali delle opere di Beccaria e di Campanella. Nel 1968 fu tra i fondatori della rivista «Il Politico». Legatissimo al Piemonte, erede di una cultura laica e civilmente impegnata, raffinato scrittore e brillante polemista, negli ultimi due decenni collaborò assiduamente a periodici e quotidiani, in primo luogo a «La Stampa», dove per molti anni firmò la rubrica settimanale «Cattivi pensieri». Nel 1980 fu designato nel Consiglio di Amministrazione della Rai, carica che mantenne fino all’87, quando fu eletto deputato al Parlamento quale indipendente nelle liste del Partito Repubblicano Italiano.